Page 13 - Legno 4.0 - Numero 2
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 l’identificazione delle componenti originali risulta molto più difficoltosa. In base alle stime di varie ONG si ipotizza che la quota di legno illegale per l’Amazzonia brasiliana oscilli tra il 60 e l’80%; mentre per il Camerun sembrano verosimili valori prossimi al 50%. Inoltre, secondo la Banca Mondiale, l’80% del legname commercializzato dalla Bolivia e il 40% di quello colombiano sarebbe d’origine illegale. Anche
la Russia che rappresenta il Paese maggiore esportatore mondiale di legname, nonché
il più alto detentore di superficie forestale
del pianeta, sarebbe particolarmente afflitto dal fenomeno con quote di legname illegale commercializzato nell’ordine del 20% che,
però raggiungerebbero addirittura il 50% nelle regioni forestali più dense e remote, tipiche
della parte asiatica del Paese.
Considerata la netta dipendenza dall’estero
e i notevoli volumi importati, il rischio di immissione di legno e derivati d’origine illegale nella filiera produttiva nazionale risulta molto alto per l’Italia. In mancanza di dati certi, è ragionevole stimare che la quota “illegale”
di tali merci nel nostro Paese oscilli tra il 10
e il 20% del totale importato. Ciò è davvero preoccupante se rapportato ai risultati dello studio “Le importazioni dell’Unione Europea di legno e prodotti derivati”, curato dal
Centro Studi FederlegnoArredo Eventi Spa e commissionata da Conlegno, da cui emerge una crescita di oltre il 30% (31,4%) dal 2009, e del 12,9% solo nel 2016, dell’import extra UE dei prodotti EUTR del macrosistema Legno- Arredo-Carta per un valore totale di 25.984 milioni di euro. Non solo l’Italia, ma molti
altri Stati membri si relazionano per il 60%
con partner EXTRA UE considerati “a rischio”,
importando prodotti EUTR principalmente dalla Cina, seguita da Stati Uniti e Brasile.
Per limitare al massimo il commercio di legno illegale e prodotti da esso derivati nel territorio comunitario, la Commissione europea ha promulgato il regolamento 995/2010 EU Timber Regulation (EUTR) che si applica a tutti i prodotti a base di legno (dai tronchi ai mobili, fino ai prodotti dell’industria cartaria, salvo poche eccezioni) importati da Paesi terzi extra UE o realizzati e commercializzati nel territorio dei 28 Stati membri dell’Unione. L’EUTR prevede che gli “operatori” (che immettono
sul mercato comunitario legno e prodotti da esso derivati) debbano ricorrere a un sistema di “Dovuta Diligenza” finalizzato a ridurre
al minimo il rischio della presenza di legno illegale nella catena di approvvigionamento. Per far questo, gli operatori possono avvalersi dei sistemi di dovuta diligenza elaborati da appositi “Organismi di controllo” dotati delle esperienze e delle capacità d’analisi necessarie per assistere i loro associati nell’adeguarsi alle nuove regole introdotte dal regolamento.
     La “Dovuta
Diligenza”, concetto nato
negli anni ’90 in USA, si definisce letteralmente come il “grado di cura che una persona ragionevolmente prudente adotterebbe in circostanze analoghe o simili. Di conseguenza, si applica in modo diverso a diverse categorie di persone con gradi variabili di conoscenza
e responsabilità” (Relazione del Senato Americano 97-123).
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